L’Arena
Mercoledì 03 Giugno 2009
LA STORIA DI ANNA.
Una mamma coraggiosa racconta il cambiamento della figlia appena diciottenne e la sua battaglia per «salvarla»
«Un writer ha rovinato la vita di mia figlia»
Alessandra Vaccari
«Bella, giovane, curata brava a scuola fino all’incontro con l’uomo che le ha preso l’anima»
«Quel ragazzo di 22 anni s’è rubato il motorino di mia figlia. Ma non è soltanto per questo che l’ho denunciato. S’è rubato pure la sua vita. E non sono disposta ad accettarlo. Per questo combatto, perchè qualcuno lo deve fermare». Anna, il nome è di fantasia, è la mamma di una diciottenne finita nelle "mani" di uno dei writer indagati dai carabinieri di Grezzana che hanno concluso nei giorni scorsi una vasta operazione contro gli imbrattatori di beni architettonici. La settimana scorsa erano state eseguite le ultime 15 perquisizioni, verbalizzati gli ultimi indagati. Era venuto alla luce un mondo sconosciuto fatto di poca arte e tanta alienazione. La ragazzina frequenta una scuola cattolica, è una di quelle che si dicono di "buona famiglia". All’improvviso, grazie o per colpa di qualche amico più grande di lei, incontra questo writer in uno dei punti di ritrovo dei ragazzi, zona volto San Luca. E tutto cambia.
LA STORIA. Lei bellina e ben curata inizia a non volersi più lavare, a indossare scarpe di fattura rozza, a portare pantaloni improbabili. È nell’età in cui alle ragazzine piace piacere e lei invece inizia ad essere sempre più trascurata. Così la madre inizia a sondare, inizia a chiedere. E lei con l’ingenuità e lo smarrimento di chi sta vivendo una cosa troppo grande lo ammette.
LA CONFESSIONE. «Mamma mi sono innamorata di…faccio cose che non avevo mai fatto. Pur di essere come lui mi vesto come gli altri suoi amici, vado a rovistare nelle immondizie, i nostri incontri li viviamo in zone degradate e nascoste, ho iniziato anche a taggare, tutto è iniziato per gioco, lui mi diceva che gli piace "scrivere" mi ha mostrato la sua tag proude, la sua invenzione e mi ha detto che se volevo essere come lui anch’io avrei dovuto averne una e ho scelto "sky", cielo, a allora abbiamo iniziato a segnare la città. Era fantastico, io e lui padroni della città. Poi lo vedevo fumare, certo
non sigarette normali e così "se volevo essere come lui" ho iniziato anch’io, per gioco, subito era bellissimo, grandi sogni senza limiti o leggi, nessuno poteva fermarci, ma poi quell’indagine dei carabinieri, gli articoli sui giornali e ho aperto gli occhi, ho visto quello spettacolo fatto di sfacelo di dissesto fisico e psichico, le persone intorno a me che per un po’ di droga si danno via. Poi la cruda
realtà, un giorno mi ha chiesto se gli prestavo il motorino. Gliel’ho dato un mese fa e ogni tanto gliel’ho chiesto indietro, ma lui chissà dov’è finito. Dentro c’erano anche le chiavi di casa, mamma, non so che pensare, scusami».
LA PAURA. Così Anna cambia le serrature e inizia ad aver paura. Paura soprattutto di vedere quella donna in bocciolo sfiorire prima ancora di sbocciare. «Mia figlia adesso è triste, non è più lei e non perchè quello le ha portato via il motorino, bensì perchè non lo sta vedendo da giorni.
Lei si è invaghita, non so nemmeno io di che cosa. Ma quello che tutte le madri debbono sapere è che questi, che si nascondono dietro l’idea d’essere writer non sono altro che emarginati della società che vogliono distruggere tutte le cose belle che vedono. E la vita di mia
figlia è tra quelle "cose". Io credo che per ridursi come lui ci siano probabilmente motivazioni serie, ma se la vita è stata ingenerosa con lui non posso permettere che sfasci anche quella di una ragazzina che non si capisce più che cos’ha nella testa, ma di certo è stata traviata o chissà. Eravamo una famiglia normale, lei era una ragazzina come tante senza problemi, brava a scuola. A vederla adesso, anche esteriormente è irriconoscibile. Il mondo di questi writer è scandito
dalla droga e dall’alcol. E spero che almeno questo mia figlia lo abbia evitato o possa smettere, che non sia ancora a quel grado di dipendenza. È drammatico per un genitore vedere come la propria vita possa cambiare a causa di un essere così sfrontato, così pronto a violare qualsiasi legge, così irrispettoso delle cose altrui. E fa male. Ai genitori fa malissimo, perchè tutto quello che si è costruito in vent’anni, le attenzioni, il tempo dato, i sacrifici all’improvviso diventano niente davanti a una persona spregevole che ti prende una figlia per il gusto di rovinare qualcosa di pulito, di bello, con la convinzione che sei lui è da pattumiera, tutto il resto le deve essere e lei è in balia di quest’uomo che di non è certo innamorato di lei».