Via Libera

Un martelletto di legno sembra infine essersi incastrato fra le ruote del più pudico fra i terrori: l’ordinanza comunale.

I Censori di Palazzo Barbieri ci ragguaglieranno prossimamente sulla Nuova Babilonia a venire e sul solo efficace metodo di contenimento che conoscono: confessione e penitenza. Nel frattempo, che maturino un’ineccepibile identità cancerogena.

Vietatalavita

www.larena.it/stories/380_in_piazza/242293_la_consulta_disarma_i_sindaci-sceriffi/

www.cortecostituzionale.it/actionPronuncia.do

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Teledipendenze o su “alcuni dispositivi usurati”

Il nucleo di indissolubile torpore che asseconda  il fascismo originale, l’Ur-fascismo di Eco, può fare della propria identità Unico Spettacolo anche nell’università della nostra città. Quest’immenso stato di dolore pop proposto dai nostalgici di Casa Pound si riversa sempre più in una falsa quiete emotiva, dove la Verona Bene (quella democratica ma attiva) crede di poter vivere. Esaltare la questione, viverla come simbolizzazzione di uno sdoganamento del Pericolo nel mondo della cultura è quantomeno deleterio. Il disagio provocato da un siffatto spettacolo di ballerini calvi e blande uniformi rischia di calamitare il nostro sguardo su un tragico movimento schizofrenico: quello che osserviamo in questa pietosa foto non è uno stato di vittoria, è semplicemente uno stato. Uno stato di dissociazione in cui noi siamo i primi protagonisti, i primi a subirne la fascinazione e una rabbia mal posta. Vietatalavita si rammarica dell’accaduto, questo è certo, ma pretende di sottomettere l’antifascismo ad un intervento più mirato, quotidiano, vigile nell’azione che s’interpone fra il singolo e la realtà che lo circonda. Blocco Studentesco, Casa Pound e gli altri amici del campetto rimangono un film di terz’ordine oramai noioso e privo di alcuno stimolo aggressivo. Clic.

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fai sbocciare Piazza Dante!

Con la primavera sboccia Piazza Dante!

Tutti e tutte in piazza per stare insieme a chiaccherare, suonare, cantare, ballare. Finalmente torna un po’ di vita nel grigiore della città dei divieti!

 

I mercoledì di Piazza Dante sono una coincidenza organizzata,
socialità libera, che vogliamo solidale, vitale e felice, capace di insinuare una crepa nella cultura dominante della paura, della diffidenza e del sospetto reciproco.

I mercoledì di Piazza Dante sono una festa lontana dalla noia dei baretti e dei locali,
una festa popolare che respira all’aria aperta, nel cuore della città.

I mercoledì di Piazza Dante vivono di musica e complicità,
di cose semplici come il suono di una chitarra e il battito delle mani,
di cose importanti come la responsabilità ed il rispetto.

Alcune dritte:

› Se vuoi berti qualcosa, portatelo da casa.
Prima di uscire infila una birretta nella borsa e sei a posto.

› Se sai suonare la chitarra, la fisarmonica o il cembalo..
tira su anche quello che sicuro troverai qualcuno o qualcuna con cui strimpellare.
Meglio evitare tamburi o strumenti eccessivamente rumorosi la cui eco potrebbe disturbare il vicinato e attirare le forze del disordine.

› Prima di andartene ricordati di recuperare i tuoi rifiuti.
Ti basta girare l’angolo e trovi i cassonetti per la raccolta differenziata.
La piazza è più vivibile se la lasci pulita.

Che altro aggiungere..
Ci si vede mercoledì in piazza!
Appuntamento alle ore 21 puntuali.
Più o meno.

 

si invitano a passare la serata altrove: sbirri, troglofascisti, machisti, spaccini, rissadipendenti, guerriglieridellanotte, fighetticocainomani.

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Altra aria

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Benvenuti a Verona.

morti morenti

Continua a suon di decreti, pacchetti sicurezza e ancor più veloci ordinanze o regolamenti comunali l’attacco ai danni delle più elementari forme di socializzazione.


A Verona, giovedì 19 luglio è stato approvato il nuovo “regolamento per
la disciplina delle attività rumorose” senza neppure un contrario in
seduta. Eccolo qui.

Abrogata la vecchia ordinanza “anti-bonghi” (così ritengono opportuno definirla i giornalisti del giornale L’Arena) il regolamento all’articolo 30 impone un’ulteriore limitazione nei confronti di quello che in termini burocratici viene definito “uso temporaneo di apparecchiature rumorose o strumenti musicali su area pubblica”: è infatti consentito suonare dalle ore 8.00 fino a non oltre le ore 22.00 (!!!) con interruzione pomeridiana dalle ore 12.30 alle ore 15.00, indipendentemente dal luogo e dal giorno della settimana, indipendentemente dall’effettivo disturbo recato. Viene poi vietato l’uso di strumenti, a fiato ad eccezione dei flauti, o a percussione, salvo espressa deroga contenuta nell’autorizzazione ad occupare lo spazio pubblico.


La città insomma deve tacere, se non previa autorizzazione.

Alle dieci tutti a nanna. Gioiscono i vecchi bigotti, tripudiano le tv e le industrie farmaceutiche. Benvenuti a Verona, città dei morti viventi.

Dopo le 22.00 si potrà andare ad ubriacarsi e intonare cori da stadio nei plateatici dei bar alla moda in gestione agli amici del Sindaco. Quelli non disturbano.

Sogni d’oro bambini.

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Buone notizie.

Due articoli su due differenti iniziative nate per contrastare l’ordinanza numero 39 dello scorso 7 maggio che dispone il divieto di utilizzo di strumenti musicali o sonori all’aperto dalle 22 alle 8 e il regolamento comunale sugli artisti di strada.


La protesta
Concerti con strumenti «muti» contro i divieti
Cinque musicisti improvviseranno delle performance nelle piazze: «Risposta creativa alla politica del Comune»

VERONA — Potrebbe capitare a chiunque di vederli. Rare apparizioni, «mordi e fuggi» promettono, se non altro per motivi strategici. Ma di sicuro non passeranno inosservati, nonostante i loro tentativi di «non fare rumore». Sono i cinque ragazzi dell’Afono Jazz Band, come è stata ribattezzata la formazione. Tutti musicisti, sembrano aver preso alla lettera le ultime disposizioni comunali in materia di musica all’aperto, tra cui la nota ordinanza che proibisce di suonare qualsiasi strumento, nelle vie, piazze e giardini cittadini dopo le 22. Il loro segreto? Strumenti «insonorizzati», monchi cioè di qualsiasi cosa possa far rumore. Alla chitarra, al contrabbasso e al violino sono stati levati corde, cordiere e ponte, il batterista suonerà tamburi senza pelli e batterà a vuoto i colpi di bacchetta perché, in cima alle aste non ci sono piatti, mentre la tromba sarà però ben turata con un tappo. Continua..


I giovani e la notte
Il popolo dei bonghi ricorre al Tar contro l’ordinanza del sindaco
Uno dei multati dai vigili si rivolge al tribunale amministrativo. «Quell’ordinanza è illegittima»

VERONA — Il «popolo dei bonghi » passa al contrattacco. E così dopo quella anti-prostitute, un’altra ordinanza contestata del sindaco Flavio Tosi finisce al Tar. Nei giorni scorsi è stato infatti depositato dagli avvocati Enrico Varali e Beatrice Rigotti un ricorso contro l’ordinanza numero 39 dello scorso 7 maggio, ce dispone il «divieto di utilizzo di strumenti musicali o sonori all’aperto dalle 22 alle 8». Tosi aveva voluto colpire con quest’ordinanza il chiasso provocato in piazza Dante da gruppi di giovani che la sera tardi si ritrovavano a suonare e cantare, appellandosi a motivazioni di ordine pubblico, quiete pubblica e sicurezza urbana, e aveva previsto anche delle multe da 100 a 450 euro. Una vicenda che fino a qualche settimana fa aveva mantenuto desta l’attenzione, complici anche le prime sanzioni con momenti di tensioni fra giovani e polizia municipale. Ora, a distanza di qualche tempo, uno dei giovani che lo scorso 27 maggio si era beccato una multa da 100 euro da parte dei vigili urbani, non se l’è messa via e ha deciso di fare ricorso al Tar contro l’ordinanza, ritenendola illegittima. Il tribunale amministrativo regionale ha già fissato per il 9 settembre l’udienza per la discussione della sospensiva. Continua..

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Ricorso al Tar

Articolo tratto da corrieredelveneto.it
01 agosto 2009


I giovani e la notte
Il popolo dei bonghi ricorre al Tar contro l’ordinanza del sindaco
Uno dei multati dai vigili si rivolge al tribunale amministrativo. «Quell’ordinanza è illegittima»

VERONA — Il «popolo dei bonghi » passa al contrattacco. E così dopo quella anti-prostitute, un’altra ordinanza contestata del sindaco Flavio Tosi finisce al Tar. Nei giorni scorsi è stato infatti depositato dagli avvocati Enrico Varali e Beatrice Rigotti un ricorso contro l’ordinanza numero 39 dello scorso 7 maggio, ce dispone il «divieto di utilizzo di strumenti musicali o sonori all’aperto dalle 22 alle 8». Tosi aveva voluto colpire con quest’ordinanza il chiasso provocato in piazza Dante da gruppi di giovani che la sera tardi si ritrovavano a suonare e cantare, appellandosi a motivazioni di ordine pubblico, quiete pubblica e sicurezza urbana, e aveva previsto anche delle multe da 100 a 450 euro. Una vicenda che fino a qualche settimana fa aveva mantenuto desta l’attenzione, complici anche le prime sanzioni con momenti di tensioni fra giovani e polizia municipale. Ora, a distanza di qualche tempo, uno dei giovani che lo scorso 27 maggio si era beccato una multa da 100 euro da parte dei vigili urbani, non se l’è messa via e ha deciso di fare ricorso al Tar contro l’ordinanza, ritenendola illegittima. Il tribunale amministrativo regionale ha già fissato per il 9 settembre l’udienza per la discussione della sospensiva.

Nelle 14 pagine di ricorso i due legali ricordano innanzitutto come piazza Dante da oltre un anno sia diventata tutti i mercoledì sera un punto di ritrovo per iniziativa di alcuni studenti dell’università di Verona e che la scelta era stata presa proprio per­ché, pur essendo una piazza cen­trale, non vi sono abitazioni private nel raggio di un centinaio di metri, ma solo pub e locali. Ma l’attacco frontale all’ordinanza, dal punto di vista giuridico, riguarda soprattutto i principi di «contingibilità e urgenza» che dovrebbero essere posti alla base di provvedimenti di questo ti­po da parte di un sindaco, cioè quando si tratta di prevenire pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza. E se è vero che il sindaco Tosi dice di aver provveduto sulla base di alcune segnalazioni arrivate da cittadini che si lamentavano per gli schiamazzi, «l’utilizzo di strumenti musicali e strumenti sonori (con definizione talmente generica da essere applicabile a qualsiasi strumento a mezzo del quale si produca anche la più flebile emissione sonora) non può concretizzare un grave ed eccezionale stato di pericolo», è scritto nel ricorso. Questo tipo di ordinanze poi, proprio per la loro urgenza, dovrebbero essere «a termine», indicando cioè un tem­po fino a cui sono valide; cosa che invece non accade con l’ordi­nanza di Tosi. Un altro oggetto di critica deriva dal fatto che, secondo i legali, l’ordinanza sarebbe anche del tutto inutile, visto che nell’ordinamento giuridico italiano già ci sono strumenti meno tranchant, ma idonei a contrastare l’eventuale disturbo alla tranquillità dei residenti. Per esempio il codice penale, che all’articolo 659 prevede il reato di disturbo alle occupazioni e al riposo delle persone e punisce proprio chi «mediante schiamazzi o rumori ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche disturba le occupazioni o il riposo delle persone».

Alberto Zorzi

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Concerti muti contro i divieti

Articolo tratto da corrieredelveneto.it
13 luglio 2009


La protesta
Concerti con strumenti «muti» contro i divieti
Cinque musicisti improvviseranno delle performance nelle piazze:« Risposta creativa alla politica del Comune»

VERONA — Potrebbe capitare a chiunque di vederli. Rare apparizioni, «mordi e fuggi» promettono, se non altro per motivi strategici. Ma di sicuro non passeranno inosservati, nonostante i loro tentativi di «non fare rumore». Sono i cinque ragazzi dell’Afono Jazz Band, come è stata ribattezzata la formazione. Tutti musicisti, sembrano aver preso alla lettera le ultime disposizioni comunali in materia di musica all’aperto, tra cui la nota ordinanza che proibisce di suonare qualsiasi strumento, nelle vie, piazze e giardini cittadini dopo le 22. Il loro segreto? Strumenti «insonorizzati», monchi cioè di qualsiasi cosa possa far rumore. Alla chitarra, al contrabbasso e al violino sono stati levati corde, cordiere e ponte, il batterista suonerà tamburi senza pelli e batterà a vuoto i colpi di bacchetta perché, in cima alle aste non ci sono piatti, mentre la tromba sarà però ben turata con un tappo.

«Sono quindici anni che suoniamo, solo che questa volta, dai nostri strumenti, non uscirà una nota – sintetizza uno di loro, Mauro Falsarolo, già chitarra nella band «unòrsominòre ». È una risposta creativa alla politica del Comune riguardo alla musica all’aperto, ben esemplificata da un’ordinanza pressapochista, in linea con le più recenti passate all’onore della cronaca, come il divieto di mangiare nei pressi dei monumenti».

Infatti in occasione delle performance dei musicisti «muti» verrà distribuito un manifesto che recita più o meno così: «Non punire chi mangia, ma chi sporca; non chi manifesta, ma chi distrugge; non chi suona, ma chi disturba». Anche il luogo delle esibizioni sarà simbolico con un punto di partenza dovuto: «Cominceremo lunedì prossimo al bar Samo di Borgo Venezia. Recentemente il proprietario ha organizzato una mostra fotografica e ha inoltrato richiesta all’amministrazione di ospitare dei musicisti all’aperto. Per il momento ancora pendente, ma gli è stato fatto capire che non è il momento migliore per questo genere di domande». Poi sarà il turno delle vie e delle piazze del centro. Non potrà mancare, piazza dei Signori, recentemente al centro delle querelle per la presenza di «bonghisti» la sera. «Ci siamo andati saltuariamente, senza però mai suonare – prosegue Mauro – e in quell’occasione ho registrato con la telecamera il rumore che si sentiva a piazza Erbe: praticamente nullo, coperto dalle auto e dalle chiacchiere dei bar. Non vogliamo certo difendere chi suona alle due di notte, quanto far prevalere la ragionevolezza e il senso di responsabilità individuale: finché non si reca danno agli abitanti la musica può essere tollerata».

Nel mirino anche il regolamento comunale sugli artisti di strada. «E’ restrittivo e datato ­ spiega -. Lo abbiamo confrontato con quello di altre città. Il limite questa volta è alle 21 e viene vietato l’utilizzo di qualsiasi amplificatore. Ciò significa che non si possono usare due casse da pc, mentre tamburi di latta molto più rumorosi sì, anche perché non c’è nessun limite per i decibel».

Le iniziative dll’Afono Jazz Band potrebbero proseguire oltre il concerto muto: «Conosciamo molti artisti e, per le idee, c’è solo l’imbarazzo della scelta. La più gettonata è quella di organizzare un concerto gratuito, dove si suoni veramente. Magari interrotto bruscamente. Alle 22, per forza».

Davide Orsato

 

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Vaccate.

Se sei riuscito a smettere di ridere dopo questo puoi affrontare il nuovo contributo di Alessandra Vaccari alla storia del giornalismo e al buonumore dei suoi lettori.


L’Arena, Venerdì 10 Luglio 2009.
PIAZZA DANTE. Srotolati striscioni contro il G8 e contro le limitazioni. I vigili denunciano due suonatori. Uno di loro era già stato identificato nel corso di un precedente blitz.
Alessandra Vaccari

È diventata una sfida con l’amministrazione comunale. È diventato anche un avvenimento politico perchè gli striscioni «L’Onda non si arresta. Liberi tutti» riferiti ai ragazzi incarcerati per i fatti del 18 maggio scorso all’università di Torino, manifestazione contro il vertice internazionale in cui è coinvolto anche un veronese e quelli contro il G8 in corso a L’Aquila, srotolati l’altra sera, o quello con scritto: «Basta Stato di repressione», non lasciano certo dubbi. L’ultimo atto dei disubbedienti di piazza dei Signori è costato due verbali ad altrettanti giovani. Uno di loro, tra l’altro, era già stato sanzionato.
Sotto lo sguardo di Dante, continua il gioco delle parti che va in scena ormai da due mesi. Ai ragazzi si sa, basta vietare per spingerli a trasgredire. Così l’ordinanza sindacale che vieta suoni di tamburi o musica dopo le 22 ha alimentato una kermesse improvvisata che sarebbe probabilmente morta da sola da un pezzo. E invece il divieto ha nutrito questo appuntamento.
L’altra sera le pattuglie della polizia municipale erano in piazza dei Signori, agenti e ufficiali lì a verificare in attesa delle disposizioni. Con loro anche polizia di Stato e carabinieri. Inutile tentare di porre fine alla partecipazione di giovani che hanno continuato ad affluire: in 300 circa, sempre meno studenti universitari, sempre più appartenenti ai centri sociali. Per molti un appuntamento come tanti, per altri il veicolo di propaganda politica. L’altra sera cancelli della loggia di Fra’ Giocondo chiusi, anche per evitare il solito insudiciamento e conseguente raccolto di mozziconi, lattine e bottiglie abbandonati a terra. Spettacolo di artisti di strada con giochi di fuoco anche pericolosamente in bilico sulle balaustre di cemento della Loggia che hanno retto secoli di storia e meno incuria e vandalismi.
E ancora la lettura della poesia operaia di Ferruccio Brugnaro con «Vogliono cacciarci di sotto», titolo della prima raccolta di poesia militante e rivoluzionaria edita già nel 1975 da Giorgio Bertani. Siccome le ordinanze vanno rispettate, la polizia municipale, braccio in divisa dell’amministrazione comunale, deve eseguire. E così due giovani sono stati identificati. Per loro un verbale che porterà a una multa di cento euro. In attesa di mercoledì prossimo.


Non stiamo a replicare alle scemenze, non ne vale la pena. Le piazze sono storicamente luoghi di socialità, normalmente vissuti e frequentati, Alessandra. Quello del mercoledì in Piazza Dante è un appuntamento nato spontaneamente nel giugno dello scorso anno, ben prima del teatrino politico e mediatico degli ultimi mesi. Proseguirà fino a quando ci saranno ragazze e ragazzi, studentesse e studenti, giovani e meno giovani che avranno voglia di passare una serata insieme a chiaccerare, suonare la chitarra, ballare, bersi una birretta. Questo indipendentemente dalle ordinanze e dai tuoi articoletti. Nel contesto oramai disumanizzato del centro storico viene implicitamente affermata una differenza, gioiosa e vitale. La reazione la lasciamo ai politicanti e ai professionisti della carta stampata, seri e capaci come te. Stacci bene e tienici aggiornati sulla figlia di Anna!


Bonghisti/disubbedieti/vandali/
appartenentiaicentrisociali/writers/satanisti
in direzione ostinata e contraria :)

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Certo non sigarette normali.

L’Arena
Mercoledì 03 Giugno 2009



LA STORIA DI ANNA.
Una mamma coraggiosa racconta il cambiamento della figlia appena diciottenne e la sua battaglia per «salvarla»

«Un writer ha rovinato la vita di mia figlia»
Alessandra Vaccari

«Bella, giovane, curata brava a scuola fino all’incontro con l’uomo che le ha preso l’anima»

«Quel ragazzo di 22 anni s’è rubato il motorino di mia figlia. Ma non è soltanto per questo che l’ho denunciato. S’è rubato pure la sua vita. E non sono disposta ad accettarlo. Per questo combatto, perchè qualcuno lo deve fermare». Anna, il nome è di fantasia, è la mamma di una diciottenne finita nelle "mani" di uno dei writer indagati dai carabinieri di Grezzana che hanno concluso nei giorni scorsi una vasta operazione contro gli imbrattatori di beni architettonici. La settimana scorsa erano state eseguite le ultime 15 perquisizioni, verbalizzati gli ultimi indagati. Era venuto alla luce un mondo sconosciuto fatto di poca arte e tanta alienazione. La ragazzina frequenta una scuola cattolica, è una di quelle che si dicono di "buona famiglia". All’improvviso, grazie o per colpa di qualche amico più grande di lei, incontra questo writer in uno dei punti di ritrovo dei ragazzi, zona volto San Luca. E tutto cambia.

LA STORIA. Lei bellina e ben curata inizia a non volersi più lavare, a indossare scarpe di fattura rozza, a portare pantaloni improbabili. È nell’età in cui alle ragazzine piace piacere e lei invece inizia ad essere sempre più trascurata. Così la madre inizia a sondare, inizia a chiedere. E lei con l’ingenuità e lo smarrimento di chi sta vivendo una cosa troppo grande lo ammette.
LA CONFESSIONE. «Mamma mi sono innamorata di…faccio cose che non avevo mai fatto. Pur di essere come lui mi vesto come gli altri suoi amici, vado a rovistare nelle immondizie, i nostri incontri li viviamo in zone degradate e nascoste, ho iniziato anche a taggare, tutto è iniziato per gioco, lui mi diceva che gli piace "scrivere" mi ha mostrato la sua tag proude, la sua invenzione e mi ha detto che se volevo essere come lui anch’io avrei dovuto averne una e ho scelto "sky", cielo, a allora abbiamo iniziato a segnare la città. Era fantastico, io e lui padroni della città. Poi lo vedevo fumare, certo
non sigarette normali e così "se volevo essere come lui" ho iniziato anch’io, per gioco, subito era bellissimo, grandi sogni senza limiti o leggi, nessuno poteva fermarci, ma poi quell’indagine dei carabinieri, gli articoli sui giornali e ho aperto gli occhi, ho visto quello spettacolo fatto di sfacelo di dissesto fisico e psichico, le persone intorno a me che per un po’ di droga si danno via. Poi la cruda
realtà, un giorno mi ha chiesto se gli prestavo il motorino. Gliel’ho dato un mese fa e ogni tanto gliel’ho chiesto indietro, ma lui chissà dov’è finito. Dentro c’erano anche le chiavi di casa, mamma, non so che pensare, scusami».
LA PAURA. Così Anna cambia le serrature e inizia ad aver paura. Paura soprattutto di vedere quella donna in bocciolo sfiorire prima ancora di sbocciare. «Mia figlia adesso è triste, non è più lei e non perchè quello le ha portato via il motorino, bensì perchè non lo sta vedendo da giorni.
Lei si è invaghita, non so nemmeno io di che cosa. Ma quello che tutte le madri debbono sapere è che questi, che si nascondono dietro l’idea d’essere writer non sono altro che emarginati della società che vogliono distruggere tutte le cose belle che vedono. E la vita di mia
figlia è tra quelle "cose". Io credo che per ridursi come lui ci siano probabilmente motivazioni serie, ma se la vita è stata ingenerosa con lui non posso permettere che sfasci anche quella di una ragazzina che non si capisce più che cos’ha nella testa, ma di certo è stata traviata o chissà. Eravamo una famiglia normale, lei era una ragazzina come tante senza problemi, brava a scuola. A vederla adesso, anche esteriormente è irriconoscibile. Il mondo di questi writer è scandito
dalla droga e dall’alcol. E spero che almeno questo mia figlia lo abbia evitato o possa smettere, che non sia ancora a quel grado di dipendenza. È drammatico per un genitore vedere come la propria vita possa cambiare a causa di un essere così sfrontato, così pronto a violare qualsiasi legge, così irrispettoso delle cose altrui. E fa male. Ai genitori fa malissimo, perchè tutto quello che si è costruito in vent’anni, le attenzioni, il tempo dato, i sacrifici all’improvviso diventano niente davanti a una persona spregevole che ti prende una figlia per il gusto di rovinare qualcosa di pulito, di bello, con la convinzione che sei lui è da pattumiera, tutto il resto le deve essere e lei è in balia di quest’uomo che di non è certo innamorato di lei».

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