C’è chi dorme. C’è chi sogna.

Con l’ordinanza N.39 del 7 Maggio 2009, il sindaco di Verona, ha dichiarato guerra a chi vive e fa vivere le piazze della città. Arriva l’ennesimo divieto, l’ennesima sanzione, l’ennesimo attacco alla
libertà individuale. Tutto questo, sia ben chiaro, per il nostro bene.

Uso di strumenti musicali: limitazioni
http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=18599

Il testo dell’ordinanza
http://portale.comune.verona.it/media//_ComVR/Cdr/PoliziaMunicipale/Allegati/ordinanza_musica_39-2009.pdf



C’è chi dorme, c’è chi sogna.
La questione ci pare molto semplice. L’accordo tra
il diritto di chi ad una certa ora vuol dormire con il diritto di altri
di stare in piazza a suonare e cantare è sufficientemente garantito
dalle leggi che definiscono e sanzionano il disturbo alla quiete
pubblica.
La recente ordinanza (n. 39 – 7 Maggio 2009) va ad irrigidire
le norme esistenti imponendo nuovi assurdi divieti e nuove sanzioni, le
cui entità fanno pensare sia ben altra l’intenzione rispetto a quella
dichiarata di garantire il sonno tranquillo dei cittadini. Più che
l’effettivo disturbo infatti, con il provvedimento emanato dal sindaco
si vanno a colpire e sanzionare un comportamento ed un’estetica. Il
limite delle ore 22.00 esteso persino al finesettimana (!) per chi
anche semplicemente solletica tranquillo una chitarra in un angolino di
una piazza crediamo ne sia una chiara prova.

La quiete pubblica, così come il decoro o la sicurezza, non sembrano
essere un fine quanto piuttosto il pretesto utilizzato per castigare
comportamenti, relazioni, soggetti estranei alla cultura politica che
governa la città
, per colpire in questo caso una forma di socialità
libera, vitale e felice che insinua una crepa in quel sistema
mortifero, incentrato sulla paura, la diffidenza, il sospetto reciproco
su cui certa classe politica ha costruito la propria carriera.

Il mercoledì sera Piazza Dante è diventato per molti un appuntamento
fisso. Ci si incontra e si sta insieme. Ognuno porta la sua differenza,
la sua storia. Ognuno porta i suoi difetti, la sua vita e si comunica,
si stringono legami, si chiacchera, si canta, si gioca, si balla.
Studentesse e studenti, lavoratori e lavoratrici, veronesi e bresciani,
polentoni e teroni, rumeni e somali, turisti di passaggio, freakettoni,
fighetti, poeti, giocolieri, musicisti… Il mercoledì sera Piazza
Dante è sicura perchè piena di vita, a riprova che chi sta puntando su
telecamere, ronde e militari sta andando nella direzione sbagliata. La
tranquillità che tutte e tutti vogliamo avere passeggiando per le
strade della nostra città può nascere solo nella cultura della vita,
della relazione, del riconoscimento reciproco e del confronto continuo,
aperto, libero dalla psicosi del sospetto, dalla paura. Desertificando
le piazze a forza di divieti e ordinanze, militarizzando le strade e
propagandando ignoranza e razzismo si sta trascinando la società in un
vicolo cieco, buio e pericoloso.

Una cosa deve essere chiara: nessuno sta pretendendo la libertà di
"fare casino" ad oltranza sotto la finestra di chi dorme.
Se il
comportamento irrispettoso di alcuni impedisce effettivamente il riposo a qualche cittadina o cittadino è giusto che si intervenga in
qualche modo, ma la responsabilità crediamo sia e debba rimanere
individuale. Non è accettabile un’ordinanza che limita la libertà di
tutte e tutti per punire l’eventuale maleducazione di qualcuno.
Nel
caso di Piazza Dante, come chiunque può verificare, qualche chitarra e
qualche cembalo che suonano non recano alcun disturbo alle case che ci
sono nei dintorni. Certo non più degli schiamazzi che arrivano dai
plateatici dei locali della adiacente Piazza Erbe, ben più a ridosso
delle abitazioni.

Vorremmo semplicemente meno autoritarismo e più buonsenso, ma ci pare
ormai chiaro che aspettarsi aperture ed intelligenza da parte di questa
amministrazione e di questo sindaco… non ne vale la pena. Non ci
resta che unirci e fare resistenza, con fermezza e consapevolezza,
contro l’ordinanza e chi l’ha promossa fino a quando non verrà
ritirata. Invitiamo tutte e tutti ad unirsi a questa battaglia.

Non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare alla libertà di stare
insieme e di vivere le piazze della nostra città come meglio crediamo.
Nel rispetto delle altre cittadine e degli altri cittadini, ma di nessun stupido divieto. Continueremo a suonare e sognare una città diversa.

Butele e butei di Piazza Dante…
in direzione ostinata e contraria.


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