Politici molesti.

Nell’articolo "Rumori molesti" pubblicato lo scorso 12 Giugno sul giornale L’Arena è riportato un commento dell’assessore ai giovani e al tempo libero, Federico Sboarina a cui ci pare giusto replicare.


«Ci sono regole ben precise da rispettare e autorizzazioni da richiedere per legge, per fare musica all’aperto e per organizzare feste o concerti»; «Se questi ragazzi facessero regolare richiesta per organizzare una serata di musica non ci sarebbero problemi di sorta. Nessuno, inoltre, vuole vietare l’incontro di giovani in piazza. Ma l’uso degli strumenti, soprattutto di quelli a percussione, viola il diritto di chi vuole dormire e questo non si può tollerare».

E questo sarebbe l’assessore ai giovani e al tempo libero?

Piazza Dante è una piazza. Ha presente una piazza, Federico? Quelle che lei definisce feste sono il semplice risultato della ritualizzazione di un incontro casuale e spontaneo tra giovani e meno giovani che hanno ritrovato in quello spazio una dimensione sociale ed umana piacevole. Quelli che lei definisce concerti non sono che estemporanee improvvisazioni di semplici appassionati di musica. Nessuno organizza alcun concerto. A chi si dovrebbe chiedere l’autorizzazione per canticchiare una canzone con gli amici? A quando il permesso del comune per poter uscire di casa, bere una birretta e farsi una chiaccherata?

L’uso degli strumenti non viola alcun diritto. E’ proprio questo il punto della questione. Ad essere sanzionato dovrebbe essere l’uso sconsiderato degli strumenti, quello che finisce per recare un effettivo e riscontrabile disturbo, non il suonare in sè. L’ordinanza n. 39 è sbagliata perchè colpisce un’estetica, una forma di espressione e non l’effettiva lesione del diritto altrui. Allo stesso modo, per disincentivare le urla e gli schiamazzi che si levano dai plateatici nel cuore della notte, potreste prendere in considerazione l’idea di introdurre, a partire da una certa ora, il divieto di parlare. Si immagina che bel silenzio?


Quello che non si può tollerare è l’arroganza e l’incompetenza politica di rappresentanti come lei che puntualmente si dimostrano incapaci di leggere le dinamiche sociali che animano la città, inadatti ad affrontare con buon senso e ragionevolezza persino le questioni più semplici e banali, ed arrivano ad emanare assurdi provvedimenti repressivi, provocatori e diciamocelo chiaramente, inapplicabili, che finiscono paradossalmente per alimentare tensione sociale e astio verso la forza pubblica. Il vergognoso episodio di mercoledì 27 Maggio ne è una indiscutibile testimonianza.

La volontà politica di applicare rigidamente un’ordinanza anche davanti alle perplessità espresse dalle stesse istituzioni incaricate a farla rispettare, sta portando nervosismo e disordine in una situazione che è sempre stata pacifica e tranquilla. Ci pare un ottimo risultato. Complimenti. Viene da chiedersi quale idea di società abbia in mente chi amministra in questa maniera.

Butele e butei
in direzione ostinata e contraria

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27 Maggio: polizia in Piazza Dante

 

 

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La tempesta nella quiete.

Mercoledì 27 maggio in Piazza Dante, a Verona, si è verificato un fatto vergognoso e inaccettabile.

Sono le 22.00. Come ogni mercoledì da un po’ a questa parte, la piazza si riempie di vita. Ragazze e ragazzi, cittadine e cittadini, turisti e passanti si incrociano e spontaneamente si fermano in piazza a bersi una birretta, fare due chiacchere, suonare, cantare. Vuoi per la pioggia del pomeriggio che ha impigrito qualcuno, vuoi per la partita in champions league, c’è un po’ meno gente del solito: siamo poco più di un centinaio di persone. Come sempre l’atmosfera è bella rilassata.

Verso le 23.45 si presentano in piazza quattro volanti della polizia municipale per identificare e sanzionare due ragazzi che a quell’ora stavano suonando il tamburo. Dopo qualche minuto di accesa discussione, la situazione torna tranquilla. Parte spontanea una colletta per aiutare i due a coprire la cifra necessaria al  pagamento della multa. Qualcuno commenta ironicamente l’intervento degli agenti, altri chiaccherano sereni ignorandone la presenza, altri disegnano con i gessetti colorati. La tensione sfuma velocemente e tutto torna tranquillo. Nonostante questo le quattro volanti rimangono accampate nella piazza per altri quaranta minuti. Motore acceso, fari puntati. Ai lati gli agenti camminano avanti e indietro nervosamente. Con loro a monitorare la situazione, sono presenti vicequestore, vice capo della digos, un numero imprecisato di agenti con ricetrasmittenti e telecamere. Alla crescente curiosità di qualche ragazzo che li interroga sul senso della loro presenza, un vigile si decide a rispondere: "Questi sono gli ordini; nel caso siamo pronti a caricare". La voce rimbalza nella piazza ma pare una semplice provocazione. Nessuno gli da più di tanto peso. E’ "normale".

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Per colpa dei bonghi.


Lettera di Alessia pubblicata su L’arena il 23 Maggio


PER COLPA DEI BONGHI ABBIAMO PERSO IL DIRITTO DI ASCOLTARE E SUONARE ALTRA MUSICA

Gentile J.S.,  portavoce dei butei e delle butele di piazza Dante, fino ad ora non sono intervenuta, di proposito , né con servizi tv né sulla stampa con una lettera, per la mia posizione non neutra, abito infatti nei pressi di piazza Dante.

Mi permetto adesso perché a mio avviso siamo andati ben oltre il merito della questione, con posizioni pregiudiziali non utili alla soluzione del problema- disturbo- né alla vostra esigenza- spazi liberi di aggregazione. Per fortuna il mio pensiero è libero e non devo prendere le parti di nessuno né dell’amministrazione né di nessun altro gruppo.

Da mesi il mercoledì sera subisco i bonghi. Una e mezza/due di notte. E mi sono decisa a scrivere per qualche considerazione sulla tua risposta al sindaco, di cui non sono l’avvocato difensore.

Grazie al vostro caparbio atteggiamento di rottura abbiamo TUTTI perso il diritto di suonare dopo le 22. E tutti gli strumenti. Perché nessuno avrebbe protestato, neppure contro i bonghi, al limite,  se i concerti non fossero durati fino alle 2 di notte ( questo non lo menzioni mai.) E dici che ‘se qualcuno disturba’ ritieni giusto ‘si debba intervenire’: non siamo ingenui, i bonghi sono uno degli elementi chiave dei vostri raduni, anche come voce di protesta, la percussione si fa sentire, come un martello e anche questo può essere pacifico, al limite, a patto che non lo neghiamo né offendiamo l’intelligenza di nessuno.

Ma il rispetto della mia libertà di dormire, quello dov’è? Di scegliere se riposare o ascoltare Bach o la vostra musica.

E il problema acustico sono proprio i bonghi, ti assicuro, e non è una questione di estetica musicale.

Per esempio sai benissimo che il ‘sondaggio’, meglio le voci raccolte da Ilaria Noro nel suo articolo,  sono necessariamente alcune opinioni. Perché non avete sentito quante sono state le chiamate alla polizia municipale?

Credo che da posizione irragionevole consegua ordinanza restrittiva. Così avete impedito alla città di  ascoltare tutta l’altra musica.

Ti assicuro che abitando in centro da qualche tempo, so bene che le manifestazioni canore e non,  che invadono le piazze ogni fine settimana, anche la sera,   sono la ricchezza della vita di questa città, e che i piccoli disagi i residenti se li possono, giustamente,  mettere in tasca. Credo fermamente che la città vada vissuta di più, così le sue piazze, auspico che i giovani ritrovino motivi e occasioni di condivisione e di divertimento oltre lo spritz, credo anche che chi vuole dormire, alle 2 di notte, non alle 20 perché è depresso, vada rispettato.

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Il vicino è mio amico.

Alessia, una cittadina giornalista di professione che abita in prossimità di Piazza Dante, ci ha fatto arrivare questa mail, pubblicata qualche giorno fa su L’Arena. Qui sotto la nostra risposta.


Ciao Alessia.
Chiariamo subito una cosa. In Piazza Dante non c’e’ nessun "noi", nessuna formale identità di gruppo o politica, come in una qualsiasi piazza. Ci sono singoli cittadine e cittadini che si incontrano casualmente. Non c’e’ nessun portavoce e nessun responsabile, questo stesso blog non ha la presunzione di rappresentare nessuno, vuole solo fornire degli spunti di riflessione e farsi luogo di discussione attorno alla questione dei divieti.
Ti sembrerebbe plausibile mettersi a cercare tra i passanti il responsabile di quello che accade in una qualsiasi altra piazza, in un qualsiasi altra strada e addebitargli l’eventuale maleducazione di qualcuno? Ognuno risponde di quello che fa. La questione è così semplice e banale che risulta stupido porsela. E’ chiaro che nel caso di Piazza Dante si sta cercando di buttarla in polemica, di trovare un capro espiatorio, un soggetto "politico" a cui addebitare responsabilità che non ha e non può avere.

Se qualcuno non capisce quando è l’ora di smettere di suonare il tamburo, non spetta certo a chi frequanta la piazza andare ad intimargli di farlo. Se arrivano i vigili a sanzionarlo per disturbo alla quiete pubblica, nessuno ha niente da ridire. E’ giusto che risponda del suo comportamento scorretto. Le volte che è intervenuta la forza pubblica ad identificare chi suonava le percussioni dopo la mezzanotte nessuno in piazza ha mosso un dito. Nessuno ha reclamato niente. Nessuno ha protestato. Le settimane successive gli stessi ragazzi si sono presentati senza strumento.

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Rispondere è cortesia.

Rispondiamo punto per punto agli "argomenti" esposti dal Sindaco nell’intervento pubblicato Sabato 16 Maggio sul giornale L’Arena.



"La signora B. V. che abita in Via Arche Scaligere è costretta ad alzarsi ogni mattina alle 5 per recarsi a lavorare a Venezia. È prevalente il suo diritto a poter dormire qualche ora prima di un faticosa giornata o quello dei giovani a disturbarla suonando i bonghi in Piazza Dante?"

Cominciamo con invitarla ad usare per quanto possibile un linguaggio appropriato nel rispetto della sua e della nostra intelligenza. Qui non si sta parlando di nessun "diritto a disturbare", come lo chiama lei rivelando da principio un forte pregiudizio ideologico sulla questione, piuttosto di un diritto alla socialità e alla libera espressione da accordare con il diritto al riposo dei cittadini e delle cittadine.

Questo accordo è sufficientemente garantito dalle leggi vigenti sul disturbo della quiete pubblica. La sua ordinanza non mira alla salvaguardia di nessun diritto, punisce e castiga un comportamento ed una forma di espressione in sè, indipendentemente dall’effettiva lesione del diritto altrui, andando a limitare la libertà individuale.

Contrapporre l’immagine della povera signora costretta ad alzarsi all’alba per andare a lavorare a quella del giovane fannullone e casinista al fine di persuadere il lettore, è uno stucchevole esercizio di retorica non ci pare ammissibile in un serio confronto. Venga lei stesso a verificare come il mercoledì Piazza Dante sia attraversata e vissuta oltre che da giovani studentesse e studenti, anche da lavoratrici e lavoratori, bambini, anziani e come l’uso ragionevole degli strumenti non rechi alcun disturbo alle abitazioni nelle circostanze.

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Video citazioni

http://www.youtube.com/watch?v=ONyiAXOXnpg

"Senza un gemito
la provincia moriva al bar
paura di volare

Suoni e lacrime
la rabbia usciva così
da una chitarra

Beat Beat cos’era il Beat
non si cancellerà
Beat Beat
Verona Beat
non si cancellerà

"

Gatti di Vicolo Miracoli – Verona Beat

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Articoli

17/05/2009 – L’Arena


Rumori, il Comune detta le regole
IL NUOVO PIANO.
La Giunta approva un pacchetto di provvedimenti per disciplinare le attività con impatto acustico, dai concerti e sagre ai negozi e cantieri edili
Musica in strada non oltre le 21, lavanderie chiuse la notte Sboarina: «Una sintesi fra esigenze di cittadini e imprese»

Fate piano, se potete. I nuovi bar che tengono aperto anche la notte non dovranno essere adiacenti ad appartamenti di abitazione. Le lavanderie self service, sinora aperte 24 ore su 24, se in quartieri abitati, di notte dovranno restare chiuse. In zone industriali, invece, potranno funzionare sensa sosta. Bonghi e chitarre in spazi pubblici? Al massimo fino alle 19, a meno che non si tratti di spettacoli itineranti, in questo caso autorizzati al massimo sino alle 21, ma non per più di un’ora nello stesso posto e previa autorizzazione. Vietati gli strumenti a fiato, però, a parte i flauti, e le percussioni, salvo particolari deroghe.
La Giunta comunale approva il Regolamento per la disciplina delle attività rumorose, che ora andrà in commissione e poi al voto in Consiglio. Potrà, quindi, essere in parte emendato. Ma il documento, a cui ha lavorato l’assessore all’ambiente, Federico Sboarina, dice già nella sostanza che cosa vuole fare il Comune e le sanzioni (50 euro) previste per chi non rispetta le regole, fatte salve quelle già in vigore nel Codice penale e nel Codice della strada. La recente ordinanza del sindaco che vieta di suonare oltre le 22 in piazza dei Signori, quindi, dovrà poi armonizzarsi con il regolamento.
Le regole per i nuovi bar notturni (concordate con le associazioni degli esercenti e salvo deroghe motivate) fanno una sola eccezione. Il bar potrà essere adiacente a un appartamento abitato soltanto se questo è del proprietario del locale. Per i bar esistenti, invece, la città è stata suddivisa in aree, a seconda dell’orario di chiusura. Chi ha il plateatico, e non emette musica, potrà tenerlo attivo fino all’orario di chiusura del locale interno.
Un altro capitolo riguarda concerti, manifestazioni sportive, sagre, festival, feste di partito, lunapark, cioè eventi temporanei. Anche in questo caso le maglie si sono ristrette. Non serviranno autorizzazioni per piccole manifestazioni, di non più di due giorni consecutivi o di non oltre tre non consecutivi in un mese, con eventuali impianti audio di potenza massima inferiore a 200 watt e con musica trasmessa entro le 23,30. Oltre questi limiti si dovrà attivare una particolare procedura con il settore ambiente del Comune. Il livello dei watt è stato ridotto da 300 a 200, il che significa che si amplia il numero di manifestazioni che dovranno seguire particolare procedura. Ma vicino a scuole e ospedali niente sagre né feste. Le manifestazioni e i concerti con la musica superà i 7.000 watt di potenza verranno invece monitorate da un tecnico che alla conclusione dovrà presentare una relazione per verificare che i limiti non vengano superati.
È un’altra musica, invece, quella per gli «usi temporanei si apparecchi rumorosi o strumenti musicali in aree pubbliche», come dice il regolamento. Ferme restando le regole comunali del settore commercio e le norme del codice penale, l’orario consentito per suonare in strada saranno dalle 8 alle 19, con pausa dalle 12.30 alle 15, mentre per i suonatori itineranti dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 21, ma per non oltre un’ora nello stesso luogo.
Il regolamento distingue tra i cantieri edili privati e pubblici, questi con deroghe anche per il lavoro notturno. I cantieri potranno essere attivi dalle 8 alle 12.30 e dalle 14 alle 19, nelle zone abitate. In quelle industriali dalle 8 alle 20. Il Piano prevede che la Giunta indichi poi gli orari per svuotare i cassonetti; indicativamente, però, non fra le 22 e le 6. Vietati altoparlanti nei veicoli. Tetto massimo di potenza sonora di allarmi antifurto. I tagliaerba? Nei giorni feriali dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi 9-12 e 16-19. Limiti più rigidi anche per autolavaggi condizionatori d’aria.
«Questo regolamento, emanato per la prima volta», dice Sboarina, «codifica tante situazioni tenendo conto delle linee-guida della Regione sull’inquinamento acustico ed è una sintesi fra il diritto dei cittadini a riposare e quello di esercenti, aziende e lavoratori a svolgere la propria attività».
Enrico Giardini

http://www.larena.it/stories/Cronaca/209464/

 

15/05/2009 – L’Arena


ORDINANZA E POLEMICA
C’è chi abita a poche decine di metri e non li sente.
Ma mercoledì scorso sono arrivati i vigili
Bonghi in piazza, molti residenti li «assolvono»

Ilaria Noro

«È ora che i giovani vivano i luoghi pubblici. Li abbiamo sentiti per caso e ci è parsa una cosa divertente»

Non solo bonghi per accompagnare i concerti improvvisati in piazza Dante. Il fracasso ritmato dei bonghi che ogni mercoledì sera proviene da piazza Dante tiene svegli i residenti. È infatti la motivazione che ha spinto il sindaco a firmare l’ordinanza numero 39 che vieta di suonare ogni strumento musicale nelle vie del centro dopo le 22. Ma del tam tam che risuona in piazza e si propaga nelle vie adiacenti, i residenti cosa dicono? «Non ci siamo mai accorti di nulla». E ancora: «Da noi non è mai partita alcuna protesta». Questa volta, a parlare dell’ormai famosa questione dei «Mercoledì di piazza Dante», che ha portato all’ordinanza del sindaco che vieta di suonare strumenti nelle vie e nelle piazze del centro dopo le 22, sono alcuni degli abitanti delle vie che confinano con il luogo di ritrovo dei giovani.
«Non ci siamo mai accorti di niente. Dell’iniziativa ne siamo venuti a conoscenza l’estate scorsa, per caso. Una sera, con mio marito, siamo anche andati a renderci conto della situazione e sembrava divertente: è ora che le piazze vengano vissute e riscoperte, anche dai giovani», spiega Elisabetta Bonsignore, residente in vicolo Cavalletto, che fa angolo con le Arche Scaligere, in un appartamento le cui finestre guardano sul vicolo e sono rivolte verso piazza dei Signori.
Una signora sostiene addirittura di aver saputo degli ormai noti mercoledì soltanto dopo la polemica sollevata dall’ordinanza. «Effettivamente un mercoledì qualche settimana fa, ho sentito in salotto un rumore ritmato e particolare e non riuscivo a capire da dove venisse. Ma è capitato solo quella volta, eppure io rimango sempre sveglia fino a tardi», sostiene Margherita Checa, residente sempre in vicolo Cavalletto ma due civici più avanti. La sera di cui racconta Checa è probabilmente quella in cui sono intervenute le volanti della questura, a seguito di alcune segnalazioni ricevute a tarda ora e che lamentavano il disturbo della quiete pubblica. Questura e vigili confermano che qualche telefonata, soprattutto nelle scorse settimana c’è stata.
«Si sono incontrati anche l’altra sera? Non mi sono accorto di nulla», è il commento di un residente di corso Sant’Anastasia, che però preferisce rimanere anonimo. Lo scorso mercoledì sera, intanto, il primo da quando l’ordinanza 39 è stata emanata, tutto si è svolto come ogni altro giorno «ritmato» della settimana.
I ragazzi si sono incontrati e intorno alla mezzanotte in piazza c’erano poco meno di trecento persone, hanno chiacchierato, bevuto, giocato, addirittura disegnato con dei gessetti, come testimoniano le colorate figure ancora in mostra sul pavimento della piazza. E anche suonato, dalle 22.30 circa fino a dopo l’una di notte. Nell’orchestrina improvvisata, si contavano 4 chitarre, un’armonica, un clarinetto, un violino e due dei temutissimi bonghi, che hanno però smesso di essere percossi qualche decina di minuti prima della mezzanotte. Una pattuglia di vigili è arrivata poco dopo le 23 ma si è fermata all’imbocco della piazza, in fianco al palazzo della Prefettura e lì è rimasta per circa due ore, mentre i giovani continuavano a intonare melodie.
La serata si è conclusa alle due e nessuna multa è stata elevata, anche se non è da escludere che le sanzioni, che prevedono cento euro di multa la prima volta, 250 la seconda, 450 la terza e prevedono anche il sequestro dello strumento per i suonatori recidivi, possano comunque essere spedite a casa e non contestate sul posto.
Sul posto, in tarda serata, è arrivato anche il dirigente della Digos Luciano Iaccarino che ha parlato a lungo con una rappresentanza dei giovani. «Sembra che il primo round l’abbiamo vinto noi, staremo a vedere cosa succederà le prossime settimane», hanno commentato alcuni dei giovani suonatori che l’altra sera affermavano di non sentirsi affatto intimoriti dalle multe. «Stiamo organizzando un’iniziativa per protestare contro quella che riteniamo un’assurda limitazione dei nostri diritti».

13/05/2009 – L’arena


La musica in strada «non si fermerà»
PIAZZA DANTE. Dopo l’ordinanza, la risposta dei protagonisti

I ragazzi replicano a Tosi: «È inaccettabile limitare la libertà per colpa di qualcuno». Piazza Dante deserta. I giovani hanno annunciato che la musica in strada non si fermerà.

Verona. «Le butele e i butei di piazza Dante», continueranno «a suonare e sognare, in direzione ostinata e contraria», nonostante la recente ordinanza firmata dal sindaco Tosi che impone ai loro strumenti di tacere dalle 22 in poi.
A pochi giorni dal nuovo provvedimento che vieta di suonare strumenti nelle vie e piazze del centro dopo le dieci di sera, una rappresentanza dei circa 200 ragazzi che ogni mercoledì si incontrano in piazza Dante, affida a una nota scritta la propria opinione sulla vicenda che li vede, loro malgrado, protagonisti.
Nonostante abbia valenza su tutto il territorio comunale, la misura restrittiva, infatti, è stata presa a seguito della denuncia dei residenti delle vie limitrofe, che il mercoledì lamentavano il disturbo dovuto al rumore di bonghi e djambee fino a tarda notte. «L’accordo tra il diritto di chi ad una certa vuol dormire con il diritto di altri di stare in piazza a suonare e cantare è sufficientemente garantito dalle leggi che definiscono e sanzionano il disturbo alla quiete pubblica«, spiegano i giovani.
Infatti, «una cosa deve essere chiara. Se il comportamento irrispettoso di alcuni impedisce effettivamente il riposo a qualche cittadina o cittadino è giusto che si intervenga in qualche modo, ma la responsabilità crediamo sia e debba rimanere individuale. Non è accettabile un’ordinanza che limita la libertà di tutte e tutti per punire l’eventuale maleducazione del singolo. Nel caso di Piazza Dante, come chiunque può verificare, qualche chitarra e qualche cembalo che suonano non recano alcun disturbo alle case che ci sono nei dintorni. Certo non più degli schiamazzi che arrivano dai plateatici dei locali della adiacente Piazza Erbe, ben più a ridosso delle abitazioni».
Un’affermazione, questa, contestata dal sindaco Tosi, che aveva replicato come «basterebbe un po’ di buon senso per capire la differenza tra il disturbo arrecato dagli strumenti a percussione da quello di persone che chiacchierano all’aperto». Ma i giovani ribadiscono il loro diritto ad incontrarsi e a suonare liberamente, pur nel rispetto altrui: «Vorremmo semplicemente meno autoritarismo e più buonsenso, ma non ci resta che unirci e fare resistenza: aprire con fermezza e consapevolezza un conflitto contro l’ordinanza 39 e chi l’ha promossa fino a quando non verrà ritirata».
Ordinanza che, se applicata, prevede una sanzione che va dai cento ai 450 euro e il ritiro immediato dello strumento utilizzato.
Intanto, anche su internet, (sul social network Facebook il gruppo «I mercoledì di piazza Dante» conta 525 iscritti), sta montando la protesta. E c’è anche chi consiglia on-line di concretizzare la resistenza, «fischiettando, invitando cantanti lirici, mettendo le scarpette da tip tap e qualsiasi altro "indumento" musicale».
A questo punto non resta che una domanda: stasera, chi fermerà la musica? L’aria, di certo, è già elettrica. I.N.

http://www.larena.it/stories/Home/208280/

 

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C’è chi dorme. C’è chi sogna.

Con l’ordinanza N.39 del 7 Maggio 2009, il sindaco di Verona, ha dichiarato guerra a chi vive e fa vivere le piazze della città. Arriva l’ennesimo divieto, l’ennesima sanzione, l’ennesimo attacco alla
libertà individuale. Tutto questo, sia ben chiaro, per il nostro bene.

Uso di strumenti musicali: limitazioni
http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=18599

Il testo dell’ordinanza
http://portale.comune.verona.it/media//_ComVR/Cdr/PoliziaMunicipale/Allegati/ordinanza_musica_39-2009.pdf



C’è chi dorme, c’è chi sogna.
La questione ci pare molto semplice. L’accordo tra
il diritto di chi ad una certa ora vuol dormire con il diritto di altri
di stare in piazza a suonare e cantare è sufficientemente garantito
dalle leggi che definiscono e sanzionano il disturbo alla quiete
pubblica.
La recente ordinanza (n. 39 – 7 Maggio 2009) va ad irrigidire
le norme esistenti imponendo nuovi assurdi divieti e nuove sanzioni, le
cui entità fanno pensare sia ben altra l’intenzione rispetto a quella
dichiarata di garantire il sonno tranquillo dei cittadini. Più che
l’effettivo disturbo infatti, con il provvedimento emanato dal sindaco
si vanno a colpire e sanzionare un comportamento ed un’estetica. Il
limite delle ore 22.00 esteso persino al finesettimana (!) per chi
anche semplicemente solletica tranquillo una chitarra in un angolino di
una piazza crediamo ne sia una chiara prova.

La quiete pubblica, così come il decoro o la sicurezza, non sembrano
essere un fine quanto piuttosto il pretesto utilizzato per castigare
comportamenti, relazioni, soggetti estranei alla cultura politica che
governa la città
, per colpire in questo caso una forma di socialità
libera, vitale e felice che insinua una crepa in quel sistema
mortifero, incentrato sulla paura, la diffidenza, il sospetto reciproco
su cui certa classe politica ha costruito la propria carriera.

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