Politici molesti.

Nell’articolo "Rumori molesti" pubblicato lo scorso 12 Giugno sul giornale L’Arena è riportato un commento dell’assessore ai giovani e al tempo libero, Federico Sboarina a cui ci pare giusto replicare.


«Ci sono regole ben precise da rispettare e autorizzazioni da richiedere per legge, per fare musica all’aperto e per organizzare feste o concerti»; «Se questi ragazzi facessero regolare richiesta per organizzare una serata di musica non ci sarebbero problemi di sorta. Nessuno, inoltre, vuole vietare l’incontro di giovani in piazza. Ma l’uso degli strumenti, soprattutto di quelli a percussione, viola il diritto di chi vuole dormire e questo non si può tollerare».

E questo sarebbe l’assessore ai giovani e al tempo libero?

Piazza Dante è una piazza. Ha presente una piazza, Federico? Quelle che lei definisce feste sono il semplice risultato della ritualizzazione di un incontro casuale e spontaneo tra giovani e meno giovani che hanno ritrovato in quello spazio una dimensione sociale ed umana piacevole. Quelli che lei definisce concerti non sono che estemporanee improvvisazioni di semplici appassionati di musica. Nessuno organizza alcun concerto. A chi si dovrebbe chiedere l’autorizzazione per canticchiare una canzone con gli amici? A quando il permesso del comune per poter uscire di casa, bere una birretta e farsi una chiaccherata?

L’uso degli strumenti non viola alcun diritto. E’ proprio questo il punto della questione. Ad essere sanzionato dovrebbe essere l’uso sconsiderato degli strumenti, quello che finisce per recare un effettivo e riscontrabile disturbo, non il suonare in sè. L’ordinanza n. 39 è sbagliata perchè colpisce un’estetica, una forma di espressione e non l’effettiva lesione del diritto altrui. Allo stesso modo, per disincentivare le urla e gli schiamazzi che si levano dai plateatici nel cuore della notte, potreste prendere in considerazione l’idea di introdurre, a partire da una certa ora, il divieto di parlare. Si immagina che bel silenzio?


Quello che non si può tollerare è l’arroganza e l’incompetenza politica di rappresentanti come lei che puntualmente si dimostrano incapaci di leggere le dinamiche sociali che animano la città, inadatti ad affrontare con buon senso e ragionevolezza persino le questioni più semplici e banali, ed arrivano ad emanare assurdi provvedimenti repressivi, provocatori e diciamocelo chiaramente, inapplicabili, che finiscono paradossalmente per alimentare tensione sociale e astio verso la forza pubblica. Il vergognoso episodio di mercoledì 27 Maggio ne è una indiscutibile testimonianza.

La volontà politica di applicare rigidamente un’ordinanza anche davanti alle perplessità espresse dalle stesse istituzioni incaricate a farla rispettare, sta portando nervosismo e disordine in una situazione che è sempre stata pacifica e tranquilla. Ci pare un ottimo risultato. Complimenti. Viene da chiedersi quale idea di società abbia in mente chi amministra in questa maniera.

Butele e butei
in direzione ostinata e contraria

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